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1) Dizion. 5° Ed. .
BELLO
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BELLO.
Definiz: Add., che al plur. masc. si fa uscire talvolta per miglior suono non solo in Belli, ma in Begli, Bei, e Be'. Dicesi di quelle opere di natura o di arte, che per proporzione e corrispondenza di parti, ovvero per una certa forma, per un certo colore o suono, recano all'animo nostro un'impressione di piacere e di ammirazione.
Dal lat. bellus. –
Esempio: Dant. Conv. 81: Quella cosa dice l'uomo essere bella, cui le parti debitamente rispondono, perchè dalla loro armonia resulta piacimento; onde pare l'uomo essere bello quando le sue membra debitamente rispondono; e dicemo bello il canto, quando le voci di quello, secondo il debito dell'arte, sono in tra sè rispondenti.
Esempio: E Dant. Inf. 1: E il sol montava insù con quelle stelle, Ch'eran con lui quando l'amor divino Mosse da prima quelle cose belle.
Esempio: Nov. ant. C. 88: E' cavalieri si incominciaro a vantare, chi di bella giostra, chi di bello castello, chi di bello astore, chi di bella ventura. E 'l cavaliere non si potè tenere che non si vantasse ch'avea così bella dama.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 10: Poco era l'un da l'altro differente E di fiorita etade e di bellezza; Sola di tutti Alcina era più bella, Sì come è bello il sol più d'ogni stella.
Esempio: Guidicc. Rim. 1: Abita morte ne' begli occhi suoi, Che fur del mondo il sol più ardente e chiaro.
Esempio: Tass. Gerus. 18, 13: Fra se stesso pensava: oh quante belle Luci il tempio celeste in sè raguna!
Esempio: Red. Lett. 3, 4: Questi sonetti non son tutti tutti belli bellissimi; ve ne sono de' bellissimi arcibellissimi, ve ne sono de' belli, e ve ne sono de' men belli.
Definiz: § I. Talora per estensione si dicono belle anche quelle cose, che nel loro grandioso e terribile hanno qualche cosa che commuove L'anima, e che meglio si chiamerebbero sublimi. –
Esempio: Tass. Gerus. 20, 30: Bello in sì bella vista anco è l'orrore, E di mezzo la tema esce il diletto.
Esempio: Mont. Poes. 1, 34: Anche sul dorso de' petrosi monti Talor t'assidi [o bellezza] maestosa, e rendi Belle dell'alpi le nevose fronti.
Definiz: § II. Bello dicesi anche di un'Accolta di persone o cose, che, sebbene considerate singolarmente possano non avere le qualità proprie della bellezza, pure tutte insieme formano un complesso che apparisce bello e piacente. –
Esempio: Vill. G. 628: E trovarsi i Fiorentini da cento in arme a cavallo coverti, molto bella gente.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 186: Prestamente congregò una bella e grande e poderosa oste,.... tra' quali mandati dallo Imperadore di Costantinopoli furono Costantino suo figliuolo e Manovello suo nepote con bella e con gran gente.
Definiz: § III. Bello dicesi anche del modo, della forma, onde son fatte le cose che piacciono. –
Esempio: Nov. ant. B. 4: A questo signore fu presentato delle parti di Spagna un nobile destriere, di gran podere e di bella guisa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 21: Cedri ed aranci, ch'avean frutta e fiori, Contesti in varie forme, e tutte belle.
Definiz: § IV. Per estensione si applica l'aggiunto di Bello anche a Ciò che è molto esteso, grande, numeroso, abbondante, di buona misura, e simili. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 256: Erano In mano d'un banchier da dieci o dodici Mila scudi di suo, ch'e' vuole spendere In beni qua.... Z. Cotesta è una bella somma.
Definiz: § V. Dicesi anche di Ciò che nell'operare, o in certe proprietà o qualità dell'esser suo, mostra vigore, gagliardia, intensità; come bella burrasca, bel colpo, bella pioggia, bella nevata ec.
Definiz: § VI. Detto di tempo, stagione, e simili, vale Sereno, Non turbato da piogge, venti ec. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 53: Zeffiro torna, e 'l bel tempo rimena, E i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 5: Feo che 'l giorno Dal gran pianeta che distingue l'ore Inlustrato apparisse, e chiaro e bello.
Esempio: Monet. Poes. 8: Quanto prima verrò ben volentieri, Se Dio me lo permette e 'l tempo bello.
Definiz: § VII. Detto d'acqua o d'altro liquido, vale Puro, Limpido, Chiaro. –
Esempio: Alam. L. Colt. 5, 16: Sacro giardin, che voi medesmo, poscia Ch'a più gravi pensier donato ha loco L'alta mente real, formando andate Lungo il fonte gentil delle belle acque.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 5: Il sottilissimo spirito di vino o acquarzente, che dir vogliamo, si mantiene sempre bella, e non vien mai a perdere quel fiore di limpidezza, con esso il quale si riserra.
Definiz: § VIII. Detto di metalli, terraglie, e simili, vale Pulito, Lucido. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 74: Una povera feminetta per ventura suoi stovigli con la rena e con l'acqua salsa lavava e facea belli.
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 96: E s'era altro ch'Orlando.... L'avria sparato fin sopra la sella; Ma, come colto l'avesse di piatto, La spada ritornò lucida e bella.
Definiz: § IX. Detto di spettacoli, feste, conviti, e simili, vale Splendido, Sfarzoso, Sontuoso ec.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 170: Fece una sera, per modo di solenne festa, una bella cena.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 226: Cominciògli a dare le più belle cene ed i più belli desinari del mondo.
Definiz: § X. Si usa anche per Valente, Bravo, Esperto; ma per lo più coi verbali, come parlatore, dicitore, e simili. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. 1, 28: E sono molto belli cacciatori, e prendono molte bestie.
Esempio: Tratt. Color. rett. 18: Il magnanimo Castrucci in giustizia severo fue, in parlamento bello dicitore.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 8: È giovane molto da bene e molto amorevole, bello scrittore, bellissimo dettatore.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 344: E' giocano Certi lesti di mar come bei zingani, E te ne mostran una [delle gioie] e ne consegnano Un'altra.
Definiz: § XI. Detto di azioni, imprese, e simili, vale Nobile, Onorevole, Glorioso. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 75: Piacciati omai col tuo lume ch'io torni Ad altra vita ed a più belle imprese.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 251: Un bel morir tutta la vita onora.
Definiz: § XII. Detto di nome, fama, o simili, vale Illustre, Onorato. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 37: Nè verrà tempo mai, Che 'l tuo bel nome estingua.
Definiz: § XIII. Detto di costumi, maniere, vale Gentile, Urbano, Conforme alla buona creanza. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 49: Costumato e piacevole e di bella maniera,.... udendo il suo ragionare bello e ordinato ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 241: Là dove egli assai di be' costumi e di buone cose aveva apprese.
Definiz: § XIV. Detto d'ufficio, carica, professione, condizione, e simile, vale Decoroso, Proficuo.
Definiz: § XV. Detto di occasione, o simili, vale Opportuno, Propizio. –
Esempio: Dat. Vit. Pit. 53: Bella occasione diede questo accidente agli oratori di mostrar declamando la lor facondia.
Definiz: § XVI. Dicesi anche di certi affetti, passioni, qualità, e simili, a significare Forte, Gagliardo, Intenso, Grande. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 49: Per bella paura, entrò col mosto e con le castagne calde si rappattumò con lui.
Esempio: Morell. Cron. 330: Per bella paura.... gettò le bandiere del Comune in terra giù ne' fossi.
Esempio: Giannott. Dial. 9: Io sono.... il più bello ignorante del mondo.
Definiz: § XVII. Dicesi anche della vita, e del tempo o del luogo, in cui si vive o si abita lietamente, piacevolmente o felicemente. –
Esempio: Dant. Purg. 7: Però è buon pensar di bel soggiorno.
Esempio: E Dant. Parad. 15: A così riposato, a così bello Viver di cittadini,.... Maria mi diè chiamata in alte grida.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 362: Il dargnene [moglie] Contro suo' voglia.... non sarebbe proprio Un torre a questo garzon dieci o dodici Anni, i più belli e i migliori che abbino Gli uomini in vita loro?
Definiz: § XVIII. Trovasi anche detto di scritte, per Valido, Efficace. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 279: Erano de' due mercatanti sì gli animi accesi, che, oltre al voler degli altri, per belle scritte di lor mano s'obbligarono l'uno all'altro.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 41: Io volli che In mia presenza e' le desse l'anello, E la menasse; e gli fei di sua mano Far le belle scritture, chè la povera Fiammetta, che si fida, sia sicura.
Definiz: § XIX. Bello dicesi eziandio dell'ingegno, della mente, della intelligenza, della imaginazione, e vale Vigoroso, Elevato, Potente.
Definiz: § XX. E si dice anche di concetti, motti, trovati, invenzioni, o simili, nei quali il vigore e l'acume dell'ingegno si manifestano. –
Esempio: Nov. ant. B. Proem. 1: Facciamo qui memoria.... di belli risponsi e di belle valentie.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 181: Mi piace noi essere entrati a dimostrare con le novelle quanta sia la forza delle belle e pronte risposte.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 6: Cose che sieno Ragguardevoli e in sè di bel concetto.
Esempio: Dav. Lett. 547: Esce da un vivo ingegno un bel detto, una bella voce; il popolo la rapisce e mette in uso.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 51: Bizzarro concetto fu quello di figurare la finta pazzia d'Ulisse.... Bel capriccio altresì mi par quello che gli venne di fare il proprio ritratto ec.
Esempio: E Dat. Vit. Pitt. 91: Ingegnoso e bel ripiego fu anche quello, ch'egli prese in ritrarre Antigono cieco da un occhio, facendone l'effigie in proffilo.
Definiz: § XXI. E in generale dicesi di molte cose, che nel loro genere ci appariscono compiute, e in qualche modo perfette. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile che m'ha fatto onore.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 135: Ben si puote Dir che la lingua tosca oramai sia, Quant'altra e forse più, copiosa e bella.
Definiz: § XXII. Bello s'usa anche per un certo modo di cattivarsi benevolenza, ed equivale a Caro, Diletto, Gentile e simili. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 1 t.: Lo darò io a te, bel dolce amico; che tu ne se' ben degno, secondo lo mio giudicamento.
Esempio: Nov. ant. B. 84: Be' signori, i Greci n'hanno fatta grande onta.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 36: Porgimi la mano tua, bel maestro.
Esempio: Bocc. Teseid. 3, 63: E ringraziollo del perfetto onore, E poi gli disse: bell'amico, quando La mia partita è a grado al signore, I' la farò.
Definiz: § XXIII. Spesso serve ad aggiunger forza ed efficacia all'espressione. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 270: Le portò cinquecento be' fiorini d'oro.
Esempio: Firenz. Rim. 2, 413: E stavo allor le belle settimane A rimenarvi dentro un mio battaglio.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 123: Se avesse un re, il quale di bel mezzo giorno non vedeva lume, ai segreti della natura.... ricever voluto.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 569: Di bella mezza notte lo menarono nel principal tempio di Maometto.
Esempio: Gell. Err. 2, 1: Deh mona Ginevra mia, fate a mio modo; datemi un bel sì o un bel no.
Esempio: Red. Lett. 1, 137: Le gentilissime poesie anacreontiche di VS. Illustrissima.... non rassembrano composte in Parigi, ma nel bel mezzo della Toscana.
Definiz: § XXIV. Talora ha dell'ironico, e quasi del canzonatorio. –
Esempio: Tratt. Color. rett. 24: Dimmi, Fruosino bello, onde ti sono venuti CC fiorini d'oro, che tu di' che hai di mercatanzia?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 418: Tu vorresti assai fatti e pochi dondoli, Tu, Rosa bella.
Definiz: § XXV. Per ironia, ed in senso al tutto contrario alla sua propria significazione. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 50: Ecco accoglimento bello di amico, che non veduto avea forse cinque anni!
Esempio: Bocc. Decam. 5, 217: Ecco belle cose, ecco santa e buona donna che costei dee essere!
Esempio: Dav. Tac. 1, 262: E se troppo balocchi, Roma sarà di questo marito bello.
Esempio: Mont. Poes. 1, 68: Bell'arte inver di conquistar gl'imperj!
Definiz: § XXVI. Bello, seguìto dalla congiunzione E, e da un participio passato, significa il perfetto compimento dell'atto di cui si parla. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 152: Noi avemo l'uovo bello e mondo, e la gallina bella e cotta, e non avemo se non a mangiare.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 56: Chi facesse le macine bell'e fatte legare in anella prima che elle si forassero.
Esempio: Bern. Orl. 55, 35: Diede pel capo molto argento ed oro A quel Gambone, e fu bella e finita.
Esempio: Grazz. Pros. 270: Dorme, mi cred'io, rispose colei; e forse è bella e desta.
Esempio: Salv. Spin. 3, 1: Il caso è che s'io non menava le gambe, e' m'avevan bello e chiappato.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 14: Ha bello e ritto quivi il suo scrittoio, Sicchè presto lo trova.
Definiz: § XXVII. E nella stessa maniera trovasi seguìto anche dagl'infiniti; ed ha una certa forza intensiva, equivalente a Per certo, Sicuramente, Assolutamente; ma ora in questa forma è quasi disusato. –
Esempio: Bern. Lett. fam. 9: Costoro hanno del traditore, e non si rispondendo lor presto, ce la potriano bello e calare.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 115: Il tuo gentil marito, il quale per li tuoi buon portamenti si potrebbe bello e morire.
Esempio: Salv. Granch. 1, 4: Stanotte innanzi Che sieno ott'ore, tu potresti forse Bello e vederle in viso.
Definiz: § XXVIII. Trovasi nello stesso significato anche seguìto dai sostantivi. –
Esempio: Salv. Granch. 1, 4: Di questo ne lascio io Bello e 'l pensiero.
Definiz: § XXIX. Bello e buono, dicesi in significato di Compiuto per ogni parte; e s'usa spesso, in un senso quasi ironico, a significare Vero, Effettivo, e simili, come: Bricconata bella e buona, Torto bello e buono, Affronto bello e buono, ec. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 268: Ho giunto lui, e datogli Un vetro bello e buono; e l'anel proprio.... eccolo, toltolo A quell'altro babbion del contrassegno.
Definiz: § XXX. Colle belle, posto avverbialm. col verbo Andare colle belle, Venire colle belle, e simili, vale Con belle maniere, Con modi dolci, o, come anche dicesi, Colle buone. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 450: In questo mezzo.... vo' tentare se la signora mi volesse aprire, e vedere se io le posso andar tanto con le belle, che la mi renda la vesta.
Esempio: Varch. Suoc. 5, 1: Proviam prima se ella uscisse colle belle.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 31: Io vado con le buone, con le belle.
Definiz: § XXXI. Colle belle belline, modo avverbiale che significa: Con modi lusinghevoli, usati a fine d'ingannare.
Definiz: § XXXII. Avere un bel dire, Avere un bel fare, e anche Aver bel dire, Aver bel fare, e simili, è modo del quale ci serviamo a dinotare che altri parla, opera ec. inutilmente rispetto al fine propostosi. –
Esempio: Salvin. Disc. 1, 425: Ebbe bel predicare Seneca al suo grande allievo,.... perciocchè il buono scolare.... non volle più la suggezione del maestro.
Esempio: E Salvin. Annot. Tanc. 567: Il povero Petrarca ha bel dire e bello sperare, quando dice nel suo sonetto proemiale Ove sia chi per prova intenda amore, Spero trovar pietà, non che perdono.
Definiz: § XXXIII. Avere un bel dire, si adopera anche, parlando a colui o di colui, che suggerisce ad altri un consiglio, che questi non è in condizione d'eseguire, come:
Esempio: Esempio del Compilatore Costui ha un bel dire, perchè non si trova nel caso mio, o perchè non si è trovato mai a simili casi.
Definiz: § XXXIV. È un bel dire, trovasi usato a dinotare: È una cosa veramente singolare a dirsi, e fuori d'ogni convenienza; che ora piuttosto direbbesi È un gran dire. –
Esempio: Galil. Op. lett. 215: È pur anche un bel dire, consumare ottantanove stanze a incantarla e discantarla [la selva].
Definiz: § XXXV. Andare alle belle ad uno, vale Andargli a' versi, Compiacergli; modo poco usato. –
Esempio: Cavalcant. Rim. 36: Giuoco è da bagattelle L'andar pure alle belle con chi sguizza.
Esempio: Gell. Sport. 5, 3: Sempremai questi famigliacci commetton qualche male delle serve, e massimamente di quelle che non voglion ire loro alle belle, come fo io.
Definiz: § XXXVI. Esser bello il vedere, l'udire, il contemplare ec. checchessia, vale Esser cosa bella e dilettevole a vedersi, udirsi ec. –
Esempio: Mascher. Inv. Lesb. 131: Bello è il veder lungi dal giogo ardente Le liquefatte viscere de l'Etna.
Esempio: Fiacch. Son. pastor. 7: Bello saria veder lupo che accosto Giacesse all'agne a custodirle intento.
Definiz: § XXXVII. Esser bello il fare o il dire checchessia, vale Esser cosa giovevole, conveniente, onesta, e simili, il farlo o il dirlo. –
Esempio: Dant. Inf. 4: Così n'andammo infino alla lumiera, Parlando cose che il tacere è bello, Sì com'era il parlar colà dov'era.
Esempio: E Dant. Parad. 17: A te fia bello Averti fatta parte per te stesso.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 108: La domandò di certe cose particolari, che 'l tacere è bello.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 8: Dal Nilo è bello che qui mi comince, Che vien dal mezzodì.
Esempio: E Ubert. Faz. Dittam. R. 19: Quel ch'or dirò è bello da notare.
Esempio: Dav. Eron. 27: La qual cosa come si faccia, bello fia così dimostrare.
Definiz: § XXXVIII. Far bello, vale Abbellire, Adornare. –
Esempio: Dant. Parad. 2: E il ciel, cui tanti lumi fanno bello, Dalla mente profonda che lui volve Prende l'image, e fassene suggello.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 62: Se tu seguissi pure, lavandola e 'mbiancandola più mesi e più anni, farestila tu più bella?
Esempio: Ar. Comm. 2, 118: Oh se potesse a voi questo medesimo, Far, donne, ch'egli ha fatto alla sua fabula, Farvi più che mai belle ec.
Definiz: § XXXIX. Farsi bello, vale Abbellirsi, Adornarsi. –
Esempio: Febuss. Breuss. 1, 43: Mio padre disse: Figlia, fatti bella, E 'l tuo amor dona al nemico mio.
Esempio: Petr. Rim. 2, 94: Conobbil'io, ch'a pianger qui rimasi, E 'l ciel che del mio pianto or si fa bello.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 20: E nelle spente ceneri patrizie Si voglion rimpastare e farsi belli (in questi due es. figuratam.).
Definiz: § XL. Vale anche Mostrare un certo brio e una certa alacrità negli atti e nel sembiante, Ringalluzzarsi. –
Esempio: Dant. Parad. 19: Quasi falcone ch'esce di cappello, Muove la testa e coll'ali si plaude, Voglia mostrando e facendosi bello, Vid'io farsi quel segno.
Definiz: § XLI. Farsi bello di una cosa, vale Farne suo pro, Cercare di avvantaggiarsene con una certa ostentazione e pompa, ed anche Attribuirsela, usurpandola altrui. –
Esempio: Bern. Orl. 51, 1: Ma quel che ruba la riputazione, E dell'altrui fatiche si fa bello.
Esempio: Dav. Tac. 1, 142: Vogliono far belli sè dello sgridare i vizj, e muover odj, per addossarli a me.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 254: Nè Agricola si fe' mai bello de' fatti d'altri.
Esempio: Paolett. Op. agr. 2, 386: Voi vi fate bello con dichiararvi di non volerne far uso, per inveire contro di me.
Definiz: § XLII. Far bello il vicinato, e Far bella la piazza, la festa, la contrada, e simili; dicesi quando con alcuna cosa per lo più sconvenevole si fa accorrere il popolo e si dà materia di discorso. –
Esempio: Bern. Orl. 63, 23: Ad Orrilo rivolto, il va affrontare; Un'altra volta fan bella la piazza, L'un con la spada e l'altro con la mazza.
Esempio: Cecch. Donz. 2, 2: Faccino Ogni dì bello il vicinato.
Esempio: Ambr. Furt. 4, 7: Va' pur là,.... mercantuzzo di merda; ma io non vo' far bella la piazza, me ne vo' ire in casa.
Definiz: § XLIII. Farla bella o Dirla bella, dicesi ironicamente per Fare o Dire una cosa del tutto sconvenevole, strana, o che possa riuscire dannosa. E in significato consimile dicesi anche Farne delle belle, Dirne delle belle, Sentirne delle belle, Vederne delle belle.
Definiz: § XLIV. Farla bella ad uno, pure ironicamente, si dice per Fargli un brutto tiro, un cattivo scherzo. –
Esempio: Bertin. A. F. Risp. Gio. Paol. 20: Considerate poi, che sarebbe a leggerle tutte [le novelle del Boccaccio], le quali son cento;.... ma io ve la vo' far più bella, vo' farvene legger gli esempj in questo verbo appunto.
Definiz: § XLV. L'è quella bella, o L'è sempre quella bella, modo che vale: È la solita, Siam sempre alle medesime. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 27: Oh! pargli una cosaccia, Che avendo condottolo Luigi Vostro in questo paese, voi vogliate Mandarlo via così tra 'l dire e 'l fare, Senza cagione. N. Ah sì! l'è quella bella!
Esempio: Lipp. Malm. 10, 53: E dagli e picchia e risuona e martella, Ma forbice, l'è sempre quella bella.
Esempio: Not. Malm. 2, 777: L'è sempre quella bella: l'è sempre quella medesima. Questo vien da un cieco, il quale.... cantando sempre la medesima cosa, cominciarono alcuni di quelli che gli facevano la limosina a dirgli, che se non cantava qualche altra orazione non gli avrebbero dato più nulla; ed egli rispondeva: lasciate fare a me; che domani ve ne voglio cantare una bella. Ma perchè il poveretto non sapeva se non quella, tornava l'altra mattina, e cantava la stessa. Laonde i suoi benefattori, accortisi che il meschino non ne sapeva altre, compassionandolo gli dicevano: L'è sempre quella bella; ed intendevano: l'è sempre quella medesima. Il che è poi venuto in dettato, e significa: noi siam sempre alle medesime.
Definiz: § XLVI. Quest'è bella! ed anche Oh bella! modo familiare che significa: Questa cosa è veramente singolare e strana. –
Esempio: Fag. Comm. 1, 189: Come senza nessuno? non ci son io che son suo padre? M. Dovreste ben essere. A. O perchè non son io? oh questa è bella!
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 29: Di chi è quella Superba cena? – Per l'anima mia. – Per voi? – Per me, sì certo, oh questa è bella!
Definiz: § XLVII. Star su bello, dicesi dello Stare ben diritti sulla persona, Star su in bello atteggiamento. Quindi a un bambino suol dirsi comunemente Sta' su bello, quando si vuole avvezzare a star diritto sulla persona. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 77: Ad una disadatta bestiaccia.... non s'avviene lo stare su bello, far santà o sonar le campane.
Definiz: § XLVIII. Bel per natura fino alla fossa dura; proverbio che significa: La bellezza naturale, e non artificiata, si conserva fino agli ultimi anni.
Definiz: § IL. Bello in fascia, brutto in piazza; Brutto in fascia, bello in piazza; proverbj che diconsi a proposito dei bambini, che crescendo sogliono per lo più riuscire diversi, in quanto alle forme, da quello che mostravano nell'infanzia.
Definiz: § L. E pur in proverbio di chiaro significato: Chi è bella, non è del tutto poverella; e anche: Chi nasce bella, non è in tutto povera; Chi nasce bella, nasce maritata. –
Esempio: Fag. Comm. 1, 85: Quest'è vero, chi è bella. non è del tutto poverella, suol dirsi per proverbio. Io che non ho simil pregio, vedi bene che sono sventurata.
Definiz: § LI. Non è bello quel che è bello, ma quel che piace; ed anche più semplicemente, Bello è quel che piace; proverbio di chiaro significato. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 337: Ma finalmente io sono risoluto, giusta mia possa, d'aver costei per molte cagioni: e per dir quella è più bella, tu sai che non è bello quel che è bello, ma quel che piace.